mercoledì 10 novembre 2010

Presentazioni, arriccia-barattoli, impronte.

Ok sinceramente sono abbastanza eccitato, mi sembra di scrivere davanti a miliardi di persone che mi stanno fissando, non sono di quelli che passano e buttano l'occhio per vedere il tizio che striscia la biro sul foglio in strada, anzi, mi stanno osservando.
Il titolo del blog può avere varie e piu' o meno oniriche interpretazioni, ma la realtà dei fatti è che ho messo solo la prima frase che mi balenava in testa e ci stava già nuotando da un pò e mi sbuffava affianco anche se non sapevo coscientemente come usarla, un pò come quando ti regalano i "regali-utili" per natale e tu non sai che fartene, esemplificando - Oh wow grazie ho sempre voluto quel... quel... - è un'arricciabarattoli - si proprio quello, scusa l'emozione non mi faceva parlare.
E poi arriva il giorno che l'arricciabarattoli ti serve, anzi lui non serve sei tu che ti pieghi all'essere bisognoso del tuo arricciabarattoli, ed ogniuno ha il suo, bisogna scovarlo.
Quale delle piccole cose che ti stanno intorno è davvero essenziale?
L'essenziale è momentaneo, l'arriccia-barattoli è una previsione del futuro, qualcosa che conservi perchè ti aspetti che accada quel non so che che magicamente lo teletrasporta sul tuo tavolo.
Non è essenziale definirlo, Esso (l'arricia-barattoli per intenderci), è definito dal suo essere tale e non dal suo arricciare barattoli. Comunquesia basta discutere della filosofia, io devo scrivere di me non di supporti per la casa! Devo! E' un'imperativo categorico!
Ma non voglio annoiare chi legge quindi andrò per punti focali che vi faranno capire chi sono: vivo in un'appartamento al settimo piano di un palazzone grigio che da su un grosso supermercato, ho una voglia sulla parte destra del busto, mi commuovo spesso specie guardando film in cui muore qualcuno o qualcosa o quando qualcosa torna in vita in modo commovente e giro con le scarpe in casa per il puro piacere di lasciare impronte.

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